Il Secolo 21

Approfondimenti, interviste, voci. Per non perdere la bussola.

Archive for ottobre 2010

Tranvieri sotto la Rai.

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Genova. I tranvieri si fermano e si affollano sotto la sede Rai di corso Europa perché oltre a tutti i problemi dell’azienda AMT, sono due anni che aspettano il rinnovo del contratto nazionale, loro che ce l’hanno ancora. Di seguito la storia di Ivan, in AMT dal 2008, con alle spalle svariate esperienze lavorative, testimonianza utile a comprendere il futuro del trasporto pubblico genovese. Leggi il seguito di questo post »

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ottobre 29, 2010 at 1:29 PM

Onorevole Giovanardi qualche domanda. Di Carlos Rafael Esposito

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Carlo Giovanardi. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri..

Oggi a Genova, si è concluso l’evento organizzato dal Centro di solidarietà Bianca Costa, che ha riunito il Gotha internazionale delle comunità terapeutiche per il recupero dei tossicodipendenti. Fra i presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi.

Non avendo potuto rivolgergli delle domande, vorrei far circolare queste riflessioni sperando che servano ad arricchire il dibattito sul ruolo dell’apparato sociale per il recupero del drogato, liquidato da  Giovanardi, sicuramente per brevità di sintesi, con le seguenti testuali parole: “Chi fa uso di sostanze è una vittima dei disastri planetari che la droga produce. Non esiste il diritto a drogarsi, è comunque illecito“.

Perfetto, chiarissimo. Spiace che nella platea fra tutte le istituzioni in lustro, Regione con Burlando e Montaldo, Comune con Roberta Papi, Provincia con Milò Bertolotto e poi Repetto (tutti insomma rappresentanti del centro sinistra) nessuno, a mio sentito dire, abbia provato a problematizzare, a mettere un pò di polemica, a dare un’altra versione. Ognuno ha le sue idee e la propria missione, ci mancherebbe, quello che fa pensare è che in questa giornata, non si sia sentito un solo accenno di contrarietà, come se tutti fossero d’accordo con la linea dell’onorevole sottosegretario. A me pare strano, ed eccovi quindi di seguito, le riflessioni su guerra alla droga e criminalità organizzata e qualche domandina antiproibizionista per Giovanardi. Leggi il seguito di questo post »

Marassi: 19 mesi senza processo, la normalità sconvolgente della giustizia italiana.

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Affollati come sardine. Se i detenuti potessero denunciare le condizioni di Marassi, l'illegalità, per una volta, non sarebbe da parte loro...

Il Secolo 21 è fiero di ospitare nelle sue colonne di approfondimento i protagonisti di un tema molto trattato in questo blog: il carcere.  A partire da oggi infatti, verranno periodicamente ospitati i racconti dei detenuti di Marassi, estrapolati dalla rivista trimestrale AREA di SERVIZIO. Nel carcere di Genova infatti, per chi non lo sapesse, è attiva una vera e propria redazione giornalistica e questa collaborazione vuole riconoscerle precisamente l’autorevolezza nel parlare in prima persona delle giornate di questi giornalisti dietro le sbarre. Uno sguardo condivisibile o no, ma certamente un autentico punto di vista interno alle galere nostrane. Buona lettura.

Sono un detenuto che per lentezza processuale si trova da circa 19 mesi nella sezione Giudicabile del Carcere di Marassi, la Iª Sezione.

Ho visto entrare e uscire e rientrare centinaia di ragazzi.

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Federico Aldrovandi, una storia italiana.

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Federico Aldrovandi.

Patrizia Moretti è la mamma di Federico Aldrovandi, Aldro, il ragazzo massacrato di botte da quattro poliziotti nel settembre del 2005, nell’educata e provinciale Ferrara.

Incontrata a margine del Festival del giornalismo dell’Internazionale, mi racconta questi cinque anni di vicissitudini giudiziarie, fra coperture interne alla Questura, indagini non avviate dalla Procura, reticenze varie ed un continuo appellarsi alle regole della democrazia per ottenere la verità dopo la morte violenta del figlio. La storia della famiglia Aldrovandi è significativa non solo per la sua forza emblematica, ma anche perché dietro ai nomi dei personaggi che si avvicendano in questa triste vicenda, si può intravedere chiaramente il modus operandi che si affanna a nascondere l’evidenza nel momento in cui le forze dell’ordine sono chiamate in causa per un abuso di potere, in questo caso eccesso di violenza, rivelatosi letalmente sadico e omicida. Una storia italiana. Leggi il seguito di questo post »

I lavoratori del Carlo Infelice e i precari della ricerca.

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Queste sono le voci dei lavoratori del Carlo Infelice e dei ricercatori precari dell’Università, che riuniti ieri sera a De Ferrari, (figurati la crisi che sodalizi crea, teatro e ricerca) hanno alzato la testa per protestare contro lo stato impressionante di abbandono nel quale sono entrambi lasciati dalle istituzioni. Ai primi è stato detto, dal non è vero che è tirchio Garrone, che devono limitari i propri privilegi, i secondi invece vivono grazie alla raccolta di fondi nelle piazze, alle offerte dei cittadini e senza un degno finanziamento pubblico.

Situazione ottimale insomma. Perché l’Italia è uscita dalla crisi.
Le voci sono state raccolte a caldo.

Margherita Monti, ricercatrice presso la facoltà di Ingegneria.

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ottobre 6, 2010 at 1:49 PM

Che succede ai nostri ragazzi? Di Vincenzo Andraous.

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La prova di maturità consiste nello spruzzare materiale infiammabile su un braccio del ragazzo e con l’accendino dargli fuoco, finendo direttamente all’ospedale per le bruciature, se non per il coma etilico in agguato.

La prova di virilità è nella violenza perpetrata sulla donna, sulla ragazza, a volte poco più che bambina.
In entrambi i casi il risultato è devastante, vittima e carnefice con la vita

Le botte i bulli di oggi i bulli di ieri. Ma che cos'è il bullismo se non il riflesso della violenza di questa società nelle mani degli adolescenti?

depredata della sua dignità, e senza rispetto la vita rimane spesso spezzata ancor prima di nascere.
Comportamenti autolesionistici o violenti, abituano al colpo secco, alla carne lacerata, ma disabituano alla relazione, sono la scopiazzatura di una prassi ormai consolidata nella cartellonistica adulta, inducono a nascondere il disagio, a mimetizzare fenomeni ripetuti che diventano dato esponenziale.
Ma cosa spinge un giovanissimo a farsi del male in questa maniera, quale la molla a diventare l’infame protagonista del dolore altrui? Leggi il seguito di questo post »

Written by Il Secolo21

ottobre 5, 2010 at 1:02 PM