Il Secolo 21

Approfondimenti, interviste, voci. Per non perdere la bussola.

Archive for the ‘LAVORO’ Category

Tranvieri sotto la Rai.

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Genova. I tranvieri si fermano e si affollano sotto la sede Rai di corso Europa perché oltre a tutti i problemi dell’azienda AMT, sono due anni che aspettano il rinnovo del contratto nazionale, loro che ce l’hanno ancora. Di seguito la storia di Ivan, in AMT dal 2008, con alle spalle svariate esperienze lavorative, testimonianza utile a comprendere il futuro del trasporto pubblico genovese. Leggi il seguito di questo post »

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ottobre 29, 2010 at 1:29 PM

I lavoratori del Carlo Infelice e i precari della ricerca.

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Queste sono le voci dei lavoratori del Carlo Infelice e dei ricercatori precari dell’Università, che riuniti ieri sera a De Ferrari, (figurati la crisi che sodalizi crea, teatro e ricerca) hanno alzato la testa per protestare contro lo stato impressionante di abbandono nel quale sono entrambi lasciati dalle istituzioni. Ai primi è stato detto, dal non è vero che è tirchio Garrone, che devono limitari i propri privilegi, i secondi invece vivono grazie alla raccolta di fondi nelle piazze, alle offerte dei cittadini e senza un degno finanziamento pubblico.

Situazione ottimale insomma. Perché l’Italia è uscita dalla crisi.
Le voci sono state raccolte a caldo.

Margherita Monti, ricercatrice presso la facoltà di Ingegneria.

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ottobre 6, 2010 at 1:49 PM

Qualcosa si muove nel PD di Genova? Aprite questa porta.

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Via XX settembre, il futuro, il bancone e il presente.

Strano ma vero, qualcosa è successo, sembra qualcosa abbia attecchito. Il PD ha organizzato un evento sul precariato: Aprite questa porta. A Torino, Bergamo, Milano, Roma e Padova.

A Genova, i più si guardavano perplessi, fra la fretta tutta  pendolare per tornare a casa e uno sguardo al banco dell’ortofrutta allestito in Via XX settembre sotto l’arco monumentale. Poi, ad un’occhiata un poco più cauta, sopra il banco della frutta lo stemma del partito che si vorrebbe riformista, che si dice riformista e che riformista non è. Un’idea partita dal Lab8 e da Oltre: giovani quadri nel partito che non vuole i giovani.

Sulla frutta esposta i saldi del mercato per i precari, lavoratori autonomi e donne lavoratrici. Una soluzione che aiuti a sostenere la flessibilità per quella che è: un nuovo paradigma del mondo del lavoro:

Reddito sociale e innalzamento dei contributi previdenziali a prescindere dai periodi d’inattività. Redistribuzione della ricchezza in tre parole. La strada inevitabilmente passa per questa direzione.

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settembre 21, 2010 at 1:31 PM

Che fine hanno fatto le nostre pensioni? Intervista a Filippo Taddei.

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Filippo Taddei esperto di macroeconomia, economia finanziaria e finanza internazionale.

Economista bolognese, Filippo Taddei ha recentemente spiegato sulle righe dell’Espresso perché in Italia esiste una generazione senza pensione: gli under 35. Oggi sul Secolo 21 Taddei continua ad affrontare l’argomento, proponendo differenti stimoli di riflessione per quei giovani il cui presente è tanto incerto quanto il futuro tragicamente inesorabile.

Questi giovani che condividono il destino al quale il paese è rivolto. Contratti atipici, sempre più diffusi e normalità per la maggioranza, contributi versati e non, innalzamento dell’età pensionistica.

La voce è circolata e si è diffusa, ormai è ufficiale: nessuno prenderà la pensione. Ma come è potuto succedere? E soprattutto dove sono i responsabili?

La parola all’esperto..

Esiste in Italia una generazione senza pensione e come si è arrivati a questa situazione?

Dire che le giovani generazioni di oggi non avranno una pensione è sbagliato. Il problema è nel livello di pensione che percepiranno, ed è drammatico. Chi comincia a lavorare oggi guarda ai propri genitori per farsi un’idea del livello della pensione che riceverà e non ci potrebbe essere errore più grande.

Un lavoratore che va in pensione nel 2008 a 63 anni, dopo una carriera di 35 anni da dipendente privato, riceve in pensione poco meno del 70% dell’ultimo stipendio, contro il solo 50% che riceverebbe se andasse in pensione nel 2040. A parità di carriera lavorativa naturalmente. Queste sono stime della Ragioneria Generale dello Stato, numeri che tutti possono controllare.
Bisogna però ricordare che queste sono valutazioni ottimistiche: tra le giovani generazioni è difficile trovare qualcuno che, assunto con un contratto a tempo indeterminato a 28 anni, potrà vantare una carriera che permetta di arrivare a 63 anni con ben 35 anni di contributi.

Se poi si volesse fare il confronto sulle pensioni dei lavoratori autonomi, la differenza sarebbe ancora più drammatica:

si passerebbe da una pensione eguale al 68% dell’ultimo stipendio nel 2008 ad una che ne supera di poco il 30% nel 2040. Leggi il seguito di questo post »

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settembre 20, 2010 at 6:30 am

Contestazione a Bonanni: violenza precaria ed etica del lavoro.

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Bonanni, segretario CISL.

La violenza non piace a nessuno, a parte i sadici. Nessuno gradirebbe diventare l’obbiettivo di una contestazione verbale e tantomeno di aggressione mezzo fumogeni, mentre dal palco del partito che vorrebbe essere l’alternativa al potere pidiellino, ci si accinge a dibattere sulle prospettive del mondo del lavoro italiano. Il Bonanni, segretario generale CISL è stato aggredito, contestato e fatto scappare prima del suo intervento. Alcune considerazioni in merito sembrano doverose, più alla luce delle dichiarazioni rilasciate in seguito che alla contestazione in quanto tale. Per gli esuberi umani della produzione o per un giovane, precario, flessibile, lucidamente ai margini di un paese sull’orlo del baratro, infatti, i motivi della contestazione possono risultare alquanto evidenti e sono quindi le reazioni verbali a questo attacco che dovrebbero stimolare una profonda riflessione. Leggi il seguito di questo post »

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settembre 10, 2010 at 9:07 am

Storia di un interinale di provincia. (Ultima puntata). Di Paolo Odello

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Terza e ultima puntata nel mondo del lavoro precario all’interno di una fabbrica del ponente ligure. L’elezione della rappresentanza sindacale, la prima nella storia della fabbrica, la paura di ritorsioni, quando il rinnovo del contratto è appeso al filo della propria docilità; storie di uomini che ci mettono la faccia e uomini che non si vogliono esporre, speranza, disperazione, orgoglio e codardia: storie del ventunesimo secolo nella lotta quotidiana per un lavoro degno di un paese civile.

Il nuovo compagno, Marco, questa mattina non parla. Incazzato nero si esprime soltanto a monosillabi.

Gli hanno rinviato di una settimana la visita medica per il porto d’armi. Ha fatto domanda alla Vigilanza come guardia giurata. Pensa solo al giorno delle dimissioni volontarie e all’assemblea non ci sarà.

“Un lavoro sicuro” dice. “Contributi pagati e tredicesima, un lavoro che mi permetterà di mettere in cantiere quel bambino che vogliamo tanto”.

È un interinale e come tutti vuole sicurezza. Sono quindici giorni che aspetta. Conta anche i minuti che lo separano dalle dimissioni.

“Qualsiasi cosa è meglio di questa merda”. Leggi il seguito di questo post »

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settembre 6, 2010 at 7:26 am

Storia di un interinale di provincia (seconda puntata). Di Paolo Odello

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Continua la saga dell’interinale di Provincia raccontata da Paolo Odello. Lavoratori che si affannano a discutere dei propri diritti durante la pausa, il senso di spaesamento è grande, solo l’esperienza aiuta a capire dove e come si possono godere di indennità,  tra altro previste dalla legge, ma non corrisposte dall’azienda. E i diritti si conquistano sul campo, nella quotidianità del lavoro, nella fatica, che diventa rabbia e coraggio di rivendicare quello che spetta. Eravamo rimasti alla mensa, dopo la mattinata alle presse gli operai, si ritrovano per mangiare. E si discute di buste paga…

“Tu quanto hai in busta?”

“Più o meno sui novecento, euro più euro meno”

Più o meno. Una risposta non si nega a nessuno, ma la cifra esatta no, quella non si dice. Con quel misto di paura e pudore tutto contadino si gira intorno alla risposta. Circa, più o meno, dicono. Di cifre esatte non si parla. Malfidenti per natura giocano in difesa: “A lui cosa interessa quanto prendo io?”.

“Sui novecento non ci arrivo nemmeno con tutto lo straordinario fatto a maggio” Leggi il seguito di questo post »

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agosto 30, 2010 at 10:13 am

Storia di un interinale di provincia. (Prima puntata). Di Paolo Odello

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Continua la storia a puntate del nostro interinale di provincia. Il lavoro in fabbrica e le riflessioni di metalmeccanico, il ritmo della produzione, il tempo umano, la sicurezza e l’alienazione vissuta minuto per minuto.
Storie operaie che si intrecciano, destini paralleli dai contorni precari.

Per i lettori del Secolo 21 il viaggio del giornalista Paolo Odello nel mondo della produzione industriale.
Buona lettura e alla prossima puntata.

Precario. Andrea Bodon

Le sei e un quarto. Primo turno, reparto presse. Lunedì mattina. La settimana è appena cominciata. Senza uno sforzo supplementare di memoria è difficile credere che esistano veramente il sabato e la domenica.

Sono entrato da soli quindici minuti, un’eternità. Il ritmo della macchina già mi ronza nella testa, come se non me ne fossi mai staccato.
Tump, flop.Tump,flop.
Le cuffie calcate sulle orecchie per non sentirlo, per riuscire ancora a pensare.
Il ritmo della pressa però non ti molla, ti entra dentro. È proprio dentro di te che i suoni della fabbrica prendono corpo, esplodono togliendoti la parola, il pensiero.
Tump, flop. Leggi il seguito di questo post »

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agosto 23, 2010 at 10:26 am

Storia di un’interinale di provincia. A Cura di Paolo Odello

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Le pagine estive del Secolo 21 presentano il lavoro di Paolo Odello, giornalista del Ponente ligure: Colloquio e Storie di Fabbrica. Uno spaccato narrativo-giornalistico, vissuto in prima persona, sul mondo del lavoro precario. Un passaggio diretto nel mondo della produzione post moderna, passando attraverso l’agenzia di smistamento interinale, per approdare ad un contratto lavorativo neo schiavistico, dove il lavoro è inteso come concessione e non più come diritto. Il lavoratore, i tempi di produzione, le relazioni di fabbrica, la condizione dell’operaio in esubero.

Durante le prossime settimane con l’espediente della narrazione a puntate il Secolo 21 proporrà questo lavoro, cruciale per comprendere le dinamiche fondamentali entro le quali si inscrivono i nuovi processi che regolano il mondo del lavoro in questa epoca di ristrutturazione industriale e ripensamento dei rapporti di potere che nascono e crescono nel campo della produzione di massa mondiale.

Pronti per il colloquio?

“Colloquio”, che nell’idea di una raccolta dei vari reportage sul nuovo mondo del lavoro, avrebbe dovuto essere il prologo, l’antefatto che introduceva in argomento, e “Una storia di fabbrica”, premio Paola Biocca 2004 e pubblicata in forma ridotta con il titolo “L’interinale di provincia” su Diario della Settimana nell’autunno 2002, sono parte di lavoro più ampio su flessibilità e sommerso.

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agosto 17, 2010 at 12:37 PM

Grande madre la CGIL:Intervista a Marco Roverano.

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Marco Roverano

In questi giorni di dura lotta all’interno dei CPT/CIE del nord Italia, da Torino a Gradisca d’Isonzo passando per Milano, dove i reclusi reagiscono con disperazione agli accordi presi dagli Stati sulle loro teste per favorire i rimpatri di massa ( tanto cari al ministro Maroni e al suo elettorato), un passo indietro appare necessario, prima degli approfondimenti dei prossimi giorni, per valutare come e quando si sia prodotta questa situazione, e quanto nel mercato del lavoro poggino le basi di una precarietà dai connotati etnici coniugata alla vergognosa mancanza di diritti di cittadinanza: un mix che lentamente porta tutto il mondo del lavoro italiano a confrontarsi con il naufragio della propria dignità. Il Secolo 21 intervista Marco Roverano responsabile sino al 2000 dell’ufficio stranieri CGIL di Genova

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